Caponata alla Cilentana

Ingredienti per 2 porzioni:

Melanzana: 1.
Zucchina: 1.
Peperone: 1.
Cipolla: 1.
Pomodori: 5.
Basilico, Sedano, Prezzemolo: 1 ciuffetto.
Olio Extravergine d'Oliva: 5 cucchiai.
Aceto: 5 cucchiai.
Sale.

Procedimento:

1) Lavare e pulire le verdure
 
2) Tagliare la melanzana, la zucchina e il peperone in cubetti di circa 2 cm di lato

3) Far riscaldare in una padella capiente 5 Cucchiai di olio Extravergine d'Oliva

4) Versare le verdure a dadini nell'olio caldo e girare frequentemente a fuoco basso

5) Nel frattempo, tagliare a cubetti la cipolla

6) Tagliare finemente il basilico, sedano e prezzemolo

7) Tagliare in un piatto i pomodori a cubetti e aggiungere abbondante sale

8) Aggiungere il tutto in padella e girare frequentemente a fuoco basso, facendo cuocere per circa 30 minuti. Per controllare la cottura, assaggiare il peperone e la zucchina, secondo la consistenza desiderata.
9) Aggiungere 5 cucchiai di aceto e aspettare che sfumi fino a non lasciare liquido in padella.

10) Attendere che diventi tiepido e servire.



La caponata, diffusa in tutto il Mar Mediterraneo, è generalmente utilizzata oggi come contorno o antipasto, ma sin dal XVIII secolo costituiva un piatto unico, accompagnata dal pane.
L'etimologia rimanda allo spagnolo "caponada", voce di significato affine. Va considerata una vera e propria etimologia popolare quella che fa risalire "caponata" a "capone", nome con il quale in alcune zone della Sicilia viene chiamata la lampuga, un pesce dalla carne pregiata ma piuttosto asciutta che veniva servito nelle tavole dell'aristocrazia condito con la salsa agrodolce tipica della caponata. Il popolo, non potendo permettersi il costoso pesce, lo sostituì con le economiche melanzane. Ed è questa la ricetta giunta fino a noi. Qualcuno sostiene che il nome del piatto derivi dalle "caupone", taverne dei marinai.



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Il Cilento e la Dieta Mediterranea

Il rapporto privilegiato tra il cibo e l'uomo è radicato nella notte dei tempi; fin dagli albori dell'umanità quando l'uomo era dedito alla pastorizia, ricavava dal latte i formaggi. Questa tradizione è rimasta quasi preservata in alcuni centri del Cilento, come Piaggine (SA), che nasce per la presenza dei pastori e vede crescere una prima economia legata alla zootecnia. Quando l'uomo da nomade diventò stanziale, si inventò il ruolo del contadino. Fanno fede a questo ruolo: i pendii ammantati di ulivi che regalano l'oro giallo tanto ricercato, i filari d'uva che nel Cilento prendono il nome di "Aglianicone", i seminativi di grano "Carusedda" che stanno di nuovo tornando in auge dopo secoli di abbandono. Anche i legumi hanno un posto di rilievo sulla tavola dei cilentani ed in particolare nei paesi alburnini. Capofila di questa eccellenza sono i celeberrimi fagioli di Controne (SA), che stanno crescendo in notorietà in modo esponenziale.

Tale modello di cucina è stato inoltre celebrato dal fisiologo statunitense Ancel Keys, durante la sua lunga permanenza a Pollica (SA) nel Cilento, dando luogo alla formulazione della "DIETA MEDITERRANEA".